L’intelligenza artificiale ci aiuterà a trovare E.T.?

Vita Extraterrestre/Extraterrestrial Life, Vita intelligente Extraterrestre/Extraterrestrial intelligent Life

LO STUDIO È PUBBLICATO SU NATURE ASTRONOMY

Setacciando con avanzate tecniche di deep learning 150 terabyte di vecchi dati del Green Bank Telescope, relativi a 820 stelle vicine, un team di ricercatori del Seti Institute, del Breakthrough Listen e di altri istituti di ricerca di tutto il mondo, ha scoperto otto segnali interessanti che a una prima analisi, effettuata con algoritmi classici, erano passati inosservati

  Maura Sandri   01/02/2023

Green Bank Telescope. Crediti: Jay Young

Quando ci si ferma a riflettere sulla probabilità di scoprire forme di vita extraterrestre tecnologicamente avanzate, la domanda che spesso sorge è: se sono là fuori, perché non le abbiamo ancora trovate?

Spesso la risposta che ci diamo è che abbiamo cercato solo in una porzione minuscola della nostra galassia. Inoltre, gli algoritmi sviluppati decenni fa per i primi computer potrebbero essere obsoleti e inefficienti se applicati ai moderni data set, che al giorno d’oggi raggiungono dimensioni dell’ordine dei petabyte, milioni di miliardi di byte. Ora, una ricerca pubblicata su Nature Astronomy e condotta da uno studente universitario dell’Università di TorontoPeter Ma, insieme a ricercatori del Seti Institute, del Breakthrough Listen e appartenenti a istituti di ricerca scientifica di tutto il mondo, ha applicato una tecnica di deep learning a un set di dati già studiato in passato e ha scoperto otto segnali interessanti precedentemente non identificati.

«In totale, abbiamo setacciato 150 terabyte di dati relativi a 820 stelle vicine, appartenenti a un set che era già stato studiato nel 2017 con tecniche classiche ma etichettato come privo di segnali interessanti», riferisce Ma. «Attualmente stiamo facendo una simile ricerca su più di un milione di stelle osservate con il telescopio MeerKat. Riteniamo che un lavoro come questo contribuirà ad accelerare la velocità con cui saremo in grado di fare scoperte per rispondere alla domanda se siamo soli nell’universo».

Grafici a cascata degli otto segnali di interesse. Ogni pannello ha un’ampiezza di 2.800 Hz e gli assi x sono riferiti al centro della porzione in cui si trova il segnale. Crediti: Ma et al./Nature Astronomy

Il Seti – acronimo di Search for extraterrestrial intelligence – cerca prove di intelligenza extraterrestre andando alla ricerca delle cosiddette technosignature o tecnofirme, ossia prove dell’esistenza di una tecnologia che le civiltà aliene potrebbero aver sviluppato. La tecnica più comune è la ricerca di segnali radio, poiché le onde radio riescono a viaggiare pressoché indisturbate su distanze cosmiche, attraverso la polvere e il gas che permeano lo spazio, alla velocità della luce (circa 20mila volte più veloce dei nostri migliori razzi).

Questo studio ha riesaminato i dati acquisiti con il Green Bank Telescope nel West Virginia nell’ambito della campagna Breakthrough Listen. L’obiettivo era semplicemente quello di applicare nuove tecniche di deep learning a un algoritmo di ricerca classico per ottenere risultati più rapidi e accurati. Dopo aver eseguito il nuovo algoritmo e aver riesaminato manualmente i dati per confermare i risultati, i nuovi segnali rilevati presentavano diverse caratteristiche interessanti. Stranamente erano a banda stretta, nel senso che avevano un’ampiezza spettrale ridotta, dell’ordine di pochi Hz, quando i segnali causati da fenomeni naturali tendono a essere a banda larga. Inoltre, presentavano velocità di deriva diverse da zero, ossia avevano una pendenza che potrebbe indicare un’origine del segnale che ha avuto una certa accelerazione rispetto ai ricevitori. Infine, sono apparsi nelle osservazioni on-source (guardando la sorgente) e non nelle osservazioni off-source (osservando senza la sorgente), quindi non si è trattato di interferenze terrestri.

Da quando nel 1960 sono iniziati gli esperimenti Seti con il Progetto Ozma di Frank Drake presso l’Osservatorio di Green Bank, un sito che ora ospita il telescopio utilizzato in questo lavoro, i progressi tecnologici hanno permesso di raccogliere più dati che mai. Questo enorme volume di dati richiede nuovi strumenti computazionali per elaborarli e analizzarli rapidamente, per identificare anomalie che potrebbero essere prove di intelligenza extraterrestre. È chiaro quindi che l’approccio di apprendimento automatico, che sta prendendo piede in moltissimi campi scientifici e non solo, sta aprendo nuovi orizzonti nella ricerca per rispondere alla domanda che probabilmente tutti ci siamo posti almeno una volta nella vita: c’è qualcun altro là fuori?

Per saperne di più:

  • Leggi su Nature Asttronomy l’articolo “A deep-learning search for technosignatures from 820 nearby stars” di Peter Xiangyuan Ma, Cherry Ng, Leandro Rizk, Steve Croft, Andrew P. V. Siemion, Bryan Brzycki, Daniel Czech, Jamie Drew, Vishal Gajjar, John Hoang, Howard Isaacson, Matt Lebofsky, David H. E. MacMahon, Imke de Pater, Danny C. Price, Sofia Z. Sheikh & S. Pete Worden

Ventimila leghe sotto i mari extraterrestri

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IL CONCEPT DI SWIM PREMIATO DAL PROGRAMMA NIAC

Si chiama Swim, acronimo di Sensing With Independent Micro-Swimmers. Per ora è solo un concept premiato dalla Nasa con 600mila dollari per lo sviluppo di Fase II, ma potrebbe rappresentare il futuro dell’esplorazione oceanica di altri mondi. Sono piccoli robot che, stivati in una sonda da ghiaccio, verrebbero lasciati liberi di esplorare il mare al di sotto della crosta ghiacciata di Europa o Encelado

  Maura Sandri   30/06/2022

Nel concept di Swim (Sensing With Independent Micro-Swimmers), illustrato qui, decine di piccoli robot scendono attraverso il guscio ghiacciato di una luna lontana attraverso un Cryobot – raffigurato a sinistra – verso l’oceano sottostante. Il progetto ha ricevuto finanziamenti dal programma Nasa Innovative Advanced Concepts. Crediti: Nasa/Jpl

Quando Jules Verne nel 1870 pubblicò Ventimila leghe sotto i mari, anticipò con straordinaria precisione varie caratteristiche dei sottomarini odierni. Nel suo classico fantascientifico descrisse accuratamente il Nautilus, costruito in segreto dal suo comandante, il Capitano Nemo. Tutto era frutto della sua fantasia, che poi è diventata realtà.

Oggi, quasi come allora, qualcuno ha immaginato che un giorno uno sciame di robot – o forse sarebbe più appropriato parlare di flotta – delle dimensioni di un cellulare, potrebbe immergersi nelle acque al di sotto del guscio ghiacciato di Europa, la luna di Giove, o di Encelado, la luna di Saturno, alla ricerca di segni di vita aliena. Infilati all’interno di una stretta sonda nucleare (cryobot) in grado di scavare un tunnel attraverso la crosta ghiacciata, i minuscoli robot potrebbero essere rilasciati sott’acqua, liberi di nuotare lontano dalla loro “nave madre” per esplorare un nuovo mondo.

È la visione di Ethan Schaler, un ingegnere meccanico esperto di robotica presso il Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa, il cui concept del progetto Sensing With Independent Micro-Swimmers (Swim) è stato recentemente premiato con 600mila dollari per lo sviluppo di Fase II dal programma Nasa Innovative Advanced Concepts (Niac). Il finanziamento, successivo all’assegnazione avvenuta nel 2021 di 125mila dollari per la Fase I, per studiare la fattibilità e le opzioni di progettazione, consentirà a lui e al suo team di realizzare e testare prototipi in stampa 3D nei prossimi due anni.

Un aspetto innovativo fondamentale del progetto è che i mini-swimmer di Schaler sono molto più piccoli di altri robot pensati per l’esplorazione oceanica su altri mondi, consentendo loro di essere “stivati” in modo compatto in una sonda da ghiaccio. Si aggiungerebbero quindi al carico scientifico della sonda e potrebbero aumentare la probabilità di rilevare tracce di vita extraterrestre.

Swim, va detto, non fa ancora parte di nessuna missione della Nasa. È nella fase iniziale, che prevede robot a forma di cuneo, ciascuno lungo circa 12 centimetri e con un volume da 60 a 75 centimetri cubi. Circa quattro dozzine di robot potrebbero entrare in una sezione lunga 10 centimetri di un cryobot con un diametro di 25 centimetri, occupando solo il 15 per cento del volume del carico scientifico utile. I piccoli “nuotatori” lascerebbero quindi molto spazio a strumenti scientifici più potenti ma meno mobili, che potrebbero raccogliere dati durante il lungo viaggio attraverso il ghiaccio e fornire misurazioni stazionarie nell’oceano.

La missione Europa Clipper, il cui lancio è previsto nel 2024, quando arriverà sulla luna gioviana nel 2030 inizierà a raccogliere dati scientifici con un’ampia suite di strumenti, durante più sorvoli ravvicinati. Guardando più avanti nel futuro, si stanno valutando proposte di cryobot per esplorare questi mondi oceanici, sviluppati attraverso il programma Scientific Exploration Subsurface Access Mechanism for Europa (Sesame) della Nasa, nonché attraverso altri programmi di sviluppo tecnologico dell’agenzia.

Questa illustrazione mostra il concept del cryobot della Nasa – chiamato Probe using Radioisotopes for Icy Moons Exploration (Prime) – che distribuisce minuscoli robot a forma di cuneo nell’oceaniche sotto un lander sulla superficie ghiacciata di un mondo oceanico. Credit: Nasa/Jpl-Caltech

Per quanto ambizioso, l’intento di Swim sarebbe quello di ridurre i rischi migliorando al contempo il ritorno scientifico. Il cryobot sarebbe collegato tramite un cavo di comunicazione al lander di superficie, che a sua volta sarebbe il punto di contatto con i controlli di missione sulla Terra. Quell’approccio vincolato, insieme allo spazio limitato per un grande sistema di propulsione, implica che il cryobot probabilmente non sarebbe in grado di avventurarsi molto oltre il punto in cui il ghiaccio incontra l’oceano.

«E se, dopo tutti quegli anni che ci sono voluti per entrare in un oceano, giungessimo attraverso il guscio di ghiaccio nel posto sbagliato? E se laggiù ci fossero segni di vita ma non nel punto in cui siamo entrati nell’oceano?» si domanda Samuel Howell del Jpl, che lavora sia su Swim che su Europa Clipper. «Portando con noi questi sciami di robot, saremmo in grado di esplorare molto più del nostro ambiente di quanto un singolo cryobot consentirebbe».

Howell ha paragonato il concept di Swim all’elicottero Ingenuity della Nasa, il compagno in volo del rover Perseverance su Marte. «L’elicottero estende la portata del rover e le immagini che sta inviando ci forniscono il contesto per aiutare il rover a capire come esplorare il suo ambiente», ha affermato. «Se invece di un elicottero avessimo un gruppo di elicotteri, sapremmo molto di più sull’ambiente. Questa è l’idea alla base di Swim».

Swim consentirebbe anche di raccogliere dati lontano dalla batteria nucleare del cryobot, su cui la sonda fa affidamento per sciogliere il ghiaccio lungo il percorso verso il basso. Una volta nell’oceano, il calore della batteria creerebbe una bolla termica, sciogliendo lentamente il ghiaccio e causando  reazioni che potrebbero cambiare la chimica dell’acqua, fa notare Schaler.

Inoltre, i robot Swim potrebbero “raggrupparsi” mimando un comportamento ispirato a pesci o uccelli, riducendo così gli errori nei dati attraverso misurazioni sovrapposte. I dati di gruppo così raccolti potrebbero mostrare gradienti di temperatura o salinità, ad esempio, che aumentano attraverso i sensori dello sciame e puntano verso la sorgente del segnale che stanno rilevando. «Se ci fossero gradienti energetici o chimici, potrebbero essere indicativi della vita che può iniziare a nascere. Avremmo bisogno di salire a monte del cryobot per percepirli», conclude Schaler.

Ogni robot avrebbe il proprio sistema di propulsione, computer di bordo e sistema di comunicazione a ultrasuoni, insieme a semplici sensori di temperatura, salinità, acidità e pressione. I sensori chimici per monitorare i biomarcatori faranno parte dello studio di Fase II di Schaler.

Non ci resta che aspettare qualche anno per vedere se questi piccoli sottomarini riusciranno a navigare ventimila leghe sotto i mari di qualche luna del Sistema solare.

LICENZA PER IL RIUTILIZZO DEL TESTO:    

Inviando messaggi per E.T., da Matera allo spazio profondo

Astrofisica/Astrophysics, Astronomia/Astronomy, Vita Extraterrestre/Extraterrestrial Life, Vita intelligente Extraterrestre/Extraterrestrial intelligent Life

MATERA 13 mag 2022

MEDIAINAF TV

Si è svolto oggi al Centro di geodesia spaziale “Giuseppe Colombo” di Matera l’evento conclusivo del concorso per le scuole “C’è posta per E.T.”, organizzato dall’Istituto nazionale di astrofisica e dall’Agenzia spaziale italiana. Con Maura Sandri (Inaf), Luciano Garramone (Asi) e Alessandro Bogliolo (Univ. Urbino).

Servizio di Laura Leonardi

#CodyTrip#CodyMaze#Coding

MediaInaf Tv è il canale YouTube di Media Inaf (http://www.media.inaf.it/)

Su Marte, missione Delta Front iniziata

Agenzia Spaziale Canadese/Canadian Space Agency (CSA), Agenzia Spaziale Europea/European Space Agency (ESA), Agenzie Spaziali/Space Agencies, Astronautica/Astronautics, Ente Nazionale per le Attività Spaziali e Aeronautiche/National Aeronautics and Space Administration (NASA), Fisica/Physics, Geologia/Geology, Marte/Mars, Pianeti del Sistema Solare/Planets of the Solar System, Planetologia/Planetology, Satelliti/Satellites, Vita Extraterrestre/Extraterrestrial Life, Vita intelligente Extraterrestre/Extraterrestrial intelligent Life

A CACCIA D’EVENTUALI TRACCE FOSSILI NEL DELTA DI UN ANTICO FIUME

È iniziata con oltre un mese di anticipo la seconda campagna scientifica di Perseverance, la Delta Front. Il rover Nasa ha raggiunto il delta del fiume ormai in secca, dopo la traversata del cratere Jezero, e raccoglierà campioni geologici da inviare sulla Terra. Con un commento di Teresa Fornaro (Inaf), participating scientist della missione

  Rossella Spiga – 27/04/2022

Il delta del fiume sulla superficie di Marte ripreso dalla camera Right Mastcam-Z. Crediti: Nasa/Jpl-Caltech/Asu

A oltre un anno di permanenza su Marte, il rover Perseverance della Nasa entra nel vivo dell’attività esplorativa prevista dalla missione Mars 2020. Con oltre un mese di anticipo rispetto al previsto, Perseverance sta dando il via alla sua seconda campagna scientifica, la Delta Front.

Il rover ha raggiunto il delta del fiume ormai in secca, dopo la traversata del cratere Jezero, l’antico canale fluviale. In 31 sol (cosí si chiamano i giorni marziani) le sei ruote in alluminio di Perseverance hanno completato più di tremila giri per raggiungere “Three Forks” – luogo così rinominato per il fatto di offrire tre diverse opzioni di percorso per raggiungere il delta – percorrendo oltre cinque chilometri sulla superficie marziana. Il percorso si è svolto tutto in modalità AutoNav, un sistema di navigazione automatica assistita da un software di intelligenza artificiale che permette al rover di affrontare autonomamente le distese di sabbia, i crateri, i massi e le rocce aguzze della superficie marziana. Durante il percorso, il rover ha valutato oltre diecimila immagini riprese dalla camera di navigazione e si è fermato e ha cambiato direzione per evitare rischi ben 55 volte.

Il “geologo a sei ruote” ha raccolto già otto campioni di roccia nella sua prima campagna scientifica di perlustrazione del cratere Jezero dove il rover è arrivato lo scorso 13 aprile. Dopo una sosta a “Three Forks”, Perseverance è poi ripartito per la sua seconda spedizione scientifica, diretto verso il delta dell’antico fiume, dove è arrivato il 21 aprile. La campagna Delta Front è iniziata con un’escursione di perlustrazione a sud-ovest durata circa una settimana. Uno degli obiettivi era individuare il percorso migliore per salire sul delta che si erge a circa quaranta metri sopra il fondo del cratere. Il rover dovrà raccogliere circa otto campioni in circa sei mesi (terrestri) e dopo aver completato la discesa risalirà nuovamente il delta (forse attraverso una rotta diversa) per iniziare la campagna Delta Top, che durerà altri sei mesi.

Teresa Fornaro

«Ci siamo appena lasciati alle spalle un anno pieno di soddisfazioni, in cui abbiamo esplorato in lungo e in largo il fondo del cratere Jezero, e abbiamo raccolto otto campioni di rocce che ci raccontano di un passato (miliardi di anni fa) caratterizzato da intensa attività vulcanica e presenza di acqua liquida», racconta Teresa Fornaro, ricercatrice dell’Inaf di Arcetri e unica participating scientist italiana di Perseverance. «Le rocce che abbiamo raccolto, una volta analizzate sulla Terra, ci permetteranno di ricostruire la linea del tempo degli eventi che hanno modellato questo cratere. Quello che ci aspetta di fronte a noi è ancora più entusiasmante. È infatti appena iniziata la campagna di esplorazione del delta dell’antico fiume, che miliardi di anni fa sfociava nel cratere dando origine a un lago al suo interno. Oggi rimane di esso un deposito di sedimenti a forma di ventaglio, tipico dei delta dei fiumi anche qui sulla Terra, in cui potrebbero essere preservate tracce di microorganismi che un tempo avrebbero potuto svilupparsi in questo ambiente acquoso. La grande sfida che Perseverance ha davanti a sé è proprio di riconoscere questi possibili fossili nonostante abbiano subito miliardi di anni di degradazione».

La missione è ora ufficialmente uscita dalla modalità Rapid Traverse e da questa settimana Perseverance verrà guidato in modo standard. Tuttavia, non ci siamo lasciati del tutto alle spalle la campagna Crater Floor, poiché verrà studiato il contatto tra le rocce del fondo del cratere e quelle del delta, nonché tra i diversi tipi di rocce del fondo del cratere, denominate Máaz e Séítah. Capire in che modo i diversi tipi di rocce sono entrate in contatto è una questione fondamentale per gli scienziati per ricostruire la storia geologica di Marte. Non solo: dai dati acquisiti dalla missione, i geologi possono anche studiare casi analoghi terrestri. Ci sono luoghi sulla Terra con cui possiamo fare preziosi confronti con ciò che vediamo su altri corpi planetari, come Marte. Per esempio, i sedimenti del delta di Jezero potrebbero essere molto simili a quelli presenti in Grecia.

In questa fotografia, scattata dallo strumento Mastcam-Z del rover il 6 aprile 2022, si intravede il paracadute che ha contribuito a portare il rover sulla superficie marziana. Crediti: Nasa/Jpl-Caltech/Asu/Msss

Nei prossimi mesi l’intera suite di strumenti a bordo di Perseverance sarà al lavoro per poter esplorare il delta al massimo delle possibilità. Gli scienziati si aspettano di trovare rocce anche piuttosto diverse dalle rocce ignee formate da magma o lava che si trovano sul fondo del cratere.

«Come participating scientist, selezionata proprio per aiutare a rivelare biofirme molecolari di vita estinta, sarò impegnata nei prossimi mesi ad analizzare i dati dello strumento Sherloc, che si trova sul braccio robotico del rover, alla ricerca di firme spettrali diagnostiche di possibili organici», aggiunge Fornaro. «In parallelo, nel Laboratorio di astrobiologia dell’Osservatorio astrofisico dell’Inaf di Arcetri, a Firenze, effettueremo esperimenti di simulazione dell’ambiente marziano per aiutare l’interpretazione dei dati forniti dal rover, soprattutto per provare a distinguere se tali organici sono di natura biologica oppure no».

Per seguire Perseverance nelle sue imprese, è disponibile una mappa interattiva di Marte che mostra dove si trova il rover.

In questo video della Nasa, la traversata del cratere Jezero ripresa dal rover:

Il pianeta alieno più vicino potrebbe ricordare la Terra primitiva

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Potrebbe avere un’atmosfera simile, ma meno vulcani

Redazione ANSA  

17 marzo 202209:59

Rappresentazione artistica del pianeta Proxima Centauri b (fonte: ESO/M. Kornmesser) © Ansa

Rappresentazione artistica del pianeta Proxima Centauri b (fonte: ESO/M. Kornmesser) – RIPRODUZIONE RISERVATA

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Un’atmosfera come era quella della Terra primitiva, 4 miliardi di anni fa, ma con meno vulcani e terremoti e un nucleo ferroso leggermente piu’ grande rispetto a quello terrestre: potrebbe essere fatto cosi’ il piu’ vicino dei pianeti esterni al Sistema Solare.

Il ritratto emerge dalle simulazioni relative al sistema di stelle piu’ vicino al Sole, Alpha Centauri, fatte dal gruppo di ricerca del Politecnico di Zurigo coordinato da Haiyang Wang e pubblicate su the Astrophysical Journal.

Grazie al nuovo telescopio spaziale James Webb, che diventera’ operativo tra pochi mesi, e la costruzione del Extremely Large Telescope (Elt), nell’Osservatorio Europeo Meridionale (Eso) in Cile, avremo tra poco per la prima volta la possibilita’ di gettare uno sguardo diretto sui pianeti extrasolari scoperti in questi anni, ma di cui non e’ ancora possibile conoscerne molti dettagli.



In vista di questo grande avanzamento, i ricercatori svizzeri hanno messo a punto dei nuovi modelli teorici in grado di prevedere, osservando solamente la composizione delle stelle, come potrebbero essere i pianeti rocciosi che vi orbitano attorno. Un esercizio che potra’ essere messo alla prova tra pochi mesi e che se si dimostrera’ ben svolto potrebbe essere fondamentale per ipotizzare le caratteristiche di moltissimi pianeti, anche quelli troppo lontani per essere facilmente studiati. Il pianeta scelto su cui testare il modello e’ un ipotetico gemello della Terra, non ancora scoperto e denominato alpha-Cen-Earth, in orbita attorno al sistema di stelle doppie alpha Centauri, due stelle molto simili al Sole e distanti appena 4,4 anni luce da noi.

A partire dalla composizione delle due stelle, i ricercatori ipotizzano la presenza di un pianeta molto simile al nostro, praticamente con le stesse caratteristiche chimiche, ma un mantello piu’ ricco di silicati, un nucleo ferroso piu’ ampio e una minore attivita’ geologica. La sorpresa piu’ importante e’ che l’atmosfera sarebbe dominata da CO2, metano ed acqua, un mix molto simile a quello della Terra quando vide la comparsa delle prime forme di vita, tra 4 e 2,5 miliardi di anni fa.

UFO: sperando nella prova

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5 agosto 2020

Tinta blu navy UFO

Di Seth Shostak


 Lee este artículo en español: OVNIs: esperando la prueba


Finalmente è una vendetta? Il New York Times ha recentemente riferito che un presunto progetto del Pentagono cancellato per indagare su strani fenomeni aerei sta ancora mostrando un impulso. Lo sforzo clandestino, originariamente noto come Advanced Aerospace Threat Identification Program, sarebbe terminato nel 2012. Ma, a quanto pare, sta ancora facendo la sua cosa sotto gli auspici dell’Office of Naval Intelligence.

Quindi, dove c’è il fumo, c’è il fuoco, giusto? Se i federali stanno ancora sborsando dollari delle tasse per approfondire gli strani avvenimenti nel cielo, deve essere perché hanno prove convincenti per i visitatori extraterrestri. Almeno questa è la speranza dei 100 milioni di americani che sembrano disposti a giurare sul Buon Libro che gli UFO sono, almeno in alcuni casi, velivoli alieni.

Ma aspetta un minuto. Prima di ordinare quel corso on-line in klingonese, considera cosa potrebbe realmente accadere qui. Quando il Times ha riferito per la prima volta su questo argomento nel 2017, si parlava di alcuni video sconcertanti ripresi dai piloti di caccia della Marina sul Pacifico. Hanno mostrato oggetti non identificati davanti ai getti, oggetti che sembravano manovrare in modi bizzarri. Quindi forse il controverso programma è semplicemente uno sforzo aggiuntivo per definire finalmente quali sono questi oggetti. Dopotutto, i militari hanno sempre voluto sapere di tutto ciò che può volare, e per ovvie ragioni.

Questa è la spiegazione più semplice del motivo per cui la Marina ha continuato il programma del Pentagono. È anche quello che hanno detto.

Ma non è possibile che ciò che sta realmente accadendo qui non sia un’indagine su aerei o droni sconosciuti, ma una distrazione per tenerci lontani da una verità più inquietante: che gli UFO non sono macchine volanti nemiche, ma macchine volanti aliene? Forse il governo non vuole ammetterlo, perché pensano che impazziremo tutti.

Intendiamoci, non è chiaro perché gli extraterrestri si sarebbero trascinati per migliaia di miliardi di miglia attraverso i pericolosi vuoti dello spazio semplicemente per piroettare sopra le nostre teste e occasionalmente giocare al gatto e al topo con la Marina. Ma – rivelazione completa – non sappiamo davvero cosa gli alieni trovino interessante da fare. Forse hanno le loro ragioni.

Questa storia ha un ulteriore stimolo. Si parla di “materiali recuperati” che “non sono prodotti su questa Terra”. Questa affermazione sembra sia sorprendente che sospetta. I piloti non hanno riferito di aver raccolto pezzi di veicoli spaziali o strane leghe metalliche (almeno non pubblicamente), quindi non è chiaro dove siano stati trovati questi “materiali”. Inoltre, a meno che un artefatto non sia chiaramente molto complesso, come un telefono cellulare rettiliano, come puoi sapere che non proviene da questo pianeta? Questo è un caso in cui vedere potrebbe significare credere, ma nessuno ci ha fatto vedere nulla. Il che è conveniente, anche se non del tutto convincente.

C’è un aspetto intrigante di questa storia che penso aiuti a indicare la verità. Non solo gli extraterrestri (se è quello che sono) passano il tempo a prendere in giro i nostri Top Guns, ma sembrano anche stare al di sopra delle nostre basi militari. Questo è un aspetto della loro presenza non invitata che, secondo l’ articolo del Times , ha particolarmente turbato il senatore Marco Rubio.

Beh, se sei un fan della fantascienza, conosci bene l’idea che gli alieni ostili debbano prestare attenzione al nostro armamento. Dopotutto, potrebbe essere usato per scacciarli. E forse è quello che li ha attirati sulla Terra in primo luogo. Sono venuti come salvatori dall’alto, desiderosi di separarci dalle nostre stesse armi di distruzione di massa. Questa, almeno, sarebbe una spiegazione ragionevole del loro apparente interesse per le nostre capacità di combattimento.

Ma a dire il vero, è totalmente irragionevole . Se gli alieni possono effettivamente venire qui – qualunque sia la loro motivazione – allora hanno una tecnologia che è enormemente oltre la nostra. Confrontare le loro armi con le nostre sarebbe come paragonare l’aviazione americana a un gruppo di raid dell’Australopiteco . In altre parole, pensi onestamente che il Capitano Picard passerebbe mai del tempo a controllare pile di fionde o picche su qualche pianeta primitivo perché, dopotutto, quelle sono armi all’avanguardia per i residenti locali?

Se qualunque cosa su cui la Marina sta indagando è reale, si suppone che l’interesse per i nostri militari suggerisca aerei russi, droni cinesi o qualcos’altro di terrestre. In realtà è un argomento contro i visitatori di un altro sistema stellare.

Gli esseri umani sono sempre stati tentati di attribuire strani fenomeni al funzionamento di esseri sovrumani, proprio come i greci sostenevano che i fulmini fossero lanci di giavellotto da parte di Zeus. Ma la scienza richiede che ogni ipotesi sia supportata da osservazioni dettagliate, ripetibili e imparziali. Quelli qui mancano.

L’Office of Naval Intelligence farà presumibilmente rapporti regolari su almeno alcune delle loro scoperte. Quel tipo di rivelazione suona come se sarebbe una buona notizia per coloro che, come Fox Mulder, “vogliono credere”. Ma in effetti, potrebbe effettivamente funzionare nell’altro modo. La divulgazione potrebbe privare i credenti della loro migliore prova, vale a dire una carenza di prove valide.

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Coyne SJ (1933-2020) Direttore della Specola Vaticana (1978 al 2020), Padre Jean-Baptiste Kikwaya Eluo SJ, Padre Josè Gabriel Funes SJ, Papa Benedetto XVI/Pope Benedict XVI, Papa Francesco/Pope Francis, Papa Giovanni Paolo II/Pope John Paul II, Papa Paolo VI/Pope Paul VI, Pianeti del Sistema Solare/Planets of the Solar System, Pianeti Extrasolari/Extrasolar Planets, Planetologia/Planetology, Pontificia Accademia delle Scienze/Pontifical Academy of Sciences, Premio Templeton/Templeton Prize, Progetto Laser SETI/Laser SETI Project, Progetto SETI/SETI Project, Quasar, Racconti di Fantasia/Tales of Fantasy, Radiazione Cosmica di Fondo/Cosmic Microwave Background Radiation (CMBR), Radiotelescopio di Arecibo/Arecibo Radio Telescope, Ricerca Planetaria/Planetary Research, Sole/Sun, Sonde Interplanetarie/Interplanetary Probes, Space Telescope Science Institute di AURA, Specola Vaticana/Vatican Observatory, Stazione Spaziale Internazionale/International Space Station (ISS), Stella di Neutroni/Star of Neutrons, Stella/Star, Stelle di Neutroni/Neutron Stars, Stelle/Stars, Storia dell'Astrofisica/History of Astrophysics, Storia della Scienza/History of Science, Superammassi di Galassie/Superclusters of Galaxies, Superammasso di Galassie/Super-cluster of Galaxies, Telescopi Spaziali/Space Telescopes, Telescopio dell'Orizzonte degli Eventi/Event Horizon Telescope (EHT), Telescopio per Indagini a Infrarossi ad Ampio Campo/Wide Field Infrared Survey Telescope (WFIRST), Telescopio Planck/Planck Telescope, Telescopio Sferico con Apertura di Cinquecento Metri/Five Hundred Meter Aperture Spherical Telescope (FAST), Telescopio Spaziale Hubble/Hubble Space Telescope (HST), Telescopio Spaziale James Webb/James Webb Space Telescope (JWST), Telescopio Spaziale Nancy Grace Roman/Nancy Grace Roman Space Telescope (RST), Telescopio Spaziale Roman/Roman Space Telescope (RST), Teologia/Theology, Teoria Copernicana/Copernican Theory, Teoria Eliocentrica/Heliocentric Theory, Terra Santa/Holy Land, Unione Astronomica Internazionale/International Astronomical Union (IAU), Universi Paralleli/Parallel Universes, Universo Parallelo/Parallel Universe, Venere/Venus, Viaggio sulla Luna/Journey to the Moon, Vita degli Scienziati/Life of Scientists, Vita Extraterrestre/Extraterrestrial Life, Vita intelligente Extraterrestre/Extraterrestrial intelligent Life
Saluti!
L’autunno è alle porte e abbiamo  molti  aggiornamenti per te! Questa newsletter è  piena  di notizie sugli sforzi di sensibilizzazione dell’Osservatorio Vaticano e sulle decisioni che abbiamo dovuto prendere sulla scia della pandemia COVID-19.

In questo numero:

  • Sovvenzioni della John Templeton Foundation
  • Calendari 2021 VO disponibili
  • Settembre Full Moon Zoom Meetup
  • Riapertura della VATT – p. Paul Gabor
  • FAW posticipato (e rinominato)
  • Summer School 2021 rinviata
  • Programma Ambasciatore VOF
  • Astronomia in spiaggia online
  • Internazionale osserva la notte della luna
  • Post popolari sul sito di astronomia dello spazio sacro
  • Articolo in primo piano sul sito di fede e scienza
  • Ultime pubblicazioni

Sovvenzioni della John Templeton Foundation

Ad agosto la Fondazione dell’Osservatorio Vaticano ha avviato un progetto di un anno per migliorare la nostra presenza online. Ci auguriamo di rendere disponibili più risorse a più visitatori, in modo più efficace. Questo progetto è reso possibile grazie al sostegno di una sovvenzione della  John Templeton Foundation , che ha anche sostenuto lo sviluppo iniziale dei nostri siti web. Abbiamo descritto il progetto alla Templeton Foundation in questo modo:

“Dalla sua fondazione nel 1891 ad opera di Papa Leone XIII, l’Osservatorio Vaticano ha avuto decine di astronomi e altri ricercatori nel suo staff, ha prodotto centinaia di pubblicazioni scientifiche, ha lavorato in tutti i continenti e ha continuato a collaborare con importanti scienziati. Eppure il lavoro più significativo dell’Osservatorio Vaticano è nel dialogo tra Fede e Scienza. Cosa può aiutarci la scienza a capire della nostra fede, anche del nostro Dio? Cosa può aiutarci a capire la fede sulla scienza? E come può avvenire questo dialogo e ricerca reciproca di comprensione in termini comuni ad entrambi? “La Fondazione dell’Osservatorio Vaticano (VOF) è stata istituita nel 1986 per aiutare l’Osservatorio a continuare la sua ricerca accademica e per raggiungere il pubblico con il suo messaggio di fede e scienza in dialogo. Con il supporto della John Templeton Foundation, il VOF ha intrapreso iniziative per costruire un’ampia piattaforma di risorse online. C’è un archivio, Faith and Science, e una rivista online attiva, Sacred Space Astronomy, con articoli pubblicati quotidianamente sull’astronomia, comprese le attività di istruzione e coinvolgimento, l’impatto sociale dell’astronomia e soprattutto le numerose connessioni tra fede e astronomia.  “Le piattaforme online del VOF si sono sviluppate rapidamente e hanno subito crescenti difficoltà. È una sfida stare al passo con un visitatore in continua evoluzione che è sempre più mobile ed esperto di coinvolgimento interattivo. È necessario analizzare le piattaforme e sviluppare nuove strategie per utilizzarle in modo più efficace. Questo progetto prevede innanzitutto di studiare chi sono i visitatori, cosa li attrae e perché vengono al VOF online. Poi arriva la ristrutturazione delle piattaforme esistenti per interazioni più efficaci e più ampie. Alla fine l’obiettivo è quello di compiere la missione che l’Osservatorio Vaticano ha ricevuto 130 anni fa, generando una maggiore consapevolezza dell’importante lavoro scientifico svolto dall’Osservatorio Vaticano e dissipando le idee sbagliate sulla coesistenza di Fede e Scienza “.
Quindi tieni d’occhio i cambiamenti nel prossimo anno!  Spargi la voce sull’Osservatorio Vaticano! E se hai commenti sulla nostra presenza online, contattaci all’indirizzo  email aziendale VOF .

La Templeton Foundation assegna l’annuale  Premio Templeton, in  onore di  “individui i cui risultati esemplari promuovono la visione filantropica di Sir John Templeton: sfruttare il potere delle scienze per esplorare le questioni più profonde dell’universo e il posto e lo scopo dell’umanità al suo interno”.  Lo studioso aggiunto dell’Osservatorio Vaticano, p. Michael Heller ha vinto questo prestigioso premio nel 2008. Gli
amici della Fondazione dell’Osservatorio Vaticano sono stati invitati a partecipare alla cerimonia di premiazione online di quest’anno per il Dr. Francis Collins del  NIH !

Clicca qui per le indicazioni su come registrarsi e partecipare!

Disponibile il Calendario Ufficiale 2021 dell’Osservatorio Vaticano!

Iscriviti alla gilda e ottieni il tuo calendario 2021

I calendari dell’Osservatorio Vaticano sono una tradizione dal 2000!
Ogni mese, il calendario presenta una  bellissima  fotografia dei cieli di alcuni dei principali astrofotografi di tutto il mondo.
Per 21 anni, la Corporazione dell’Osservatorio Vaticano ha contribuito a sostenere e promuovere il nostro lavoro attraverso la distribuzione del Calendario Ufficiale dell’Osservatorio Vaticano. Ogni contributo di $ 25 o più dà diritto a un membro della gilda di ricevere o dare una copia del calendario 2021.

Calendario dell’Osservatorio Vaticano 2020 Online

Sapevi che il calendario VO 2020 ha una versione online che può essere visualizzata sul nostro sito web principale? Insieme alle stesse foto del calendario stampato, la versione online contiene informazioni dettagliate e collegamenti a tutti gli articoli quotidiani menzionati nei calendari.

Visualizza il calendario VO 2020 online

Settembre Full Moon Zoom Meetup

Unisciti a noi per il nostro prossimo incontro sulla luna piena in programma!


Mar. 1 settembre alle 10:00, ora di Tucson (13:00 EDT).

Una nostra nuova tradizione in  cui i membri di Sacred Space Astronomy hanno l’opportunità di incontrare lo staff dell’Osservatorio Vaticano durante le sessioni online – tenutesi quando la luna è piena a Tucson. Questi incontri sono stati molto divertenti e molto istruttivi!

Il nostro quarto incontro sarà caratterizzato da  p. Rich Boyle SJ  che parlerà del suo lavoro al VATT – dalla caratterizzazione di interi ammassi di stelle, alla scoperta degli oggetti della cintura di Kuiper. E ci svelerà il segreto di come mette insieme il programma ogni semestre per chi può usare il telescopio e quando.

Riapertura della VATT

Nel primo semestre osservativo del 2020 (febbraio – luglio) abbiamo perso una notevole quantità di tempo. Innanzitutto, tutte le attività in cima alla montagna sono state sospese a causa del COVID-19 dal 20 marzo al 27 maggio. Abbiamo riaperto con p. Richard Boyle come operatore e osservatore del VATT (28 maggio – 9 giugno). Il 12 giugno abbiamo iniziato la campagna VATT-PEPSI-TESS di quest’anno. Sfortunatamente, il fumo e la cenere degli incendi, provenienti principalmente dal  Bighorn Fire  (120.000 acri), ci hanno fatto tenere la cupola chiusa, costandoci altre otto notti. Il 13 luglio siamo entrati nella chiusura estiva, una pratica comune nell’Arizona meridionale principalmente a causa del rischio di fulmini durante la stagione dei monsoni. È anche un momento dedicato a vari progetti, soprattutto quelli incompatibili con le operazioni scientifiche.

La sicurezza del nostro personale e degli studiosi in visita è fondamentale. In circostanze normali, la sicurezza sul Monte Graham, che è un sito remoto, richiede una presenza sufficiente di personale addestrato in grado di affrontare le emergenze, comprese le evacuazioni mediche. D’altra parte, la pandemia impone di limitare i nostri numeri in loco per ridurre al minimo i contatti. I nostri protocolli COVID-19 per Mt Graham sono un compromesso tra queste due considerazioni opposte. In pratica ciò significa che solo una persona alla volta può soggiornare presso la VATT, a condizione che negli altri edifici del vertice vi sia sufficiente presenza di personale qualificato.

FAW 2021 Posticipato  (e da rinominare)

L’inizio di settembre è quando normalmente inizieremmo a sollecitare domande al nostro  seminario di fede e astronomia per pastori ed educatori cattolici , ma (come siamo stanchi di sentire) niente è normale quest’anno. Per due motivi, abbiamo deciso di posticipare il workshop a gennaio 2022 (con candidature aperte a settembre 2021).

 
Il primo motivo, l’incertezza del viaggio quest’anno, è ovvio. Ma il secondo motivo è che, come descriviamo di seguito, anche le biennali Summer School dell’Osservatorio Vaticano sono state rinviate di un anno. Dobbiamo eseguire questi due programmi ad anni alterni; altrimenti proveremmo a organizzarli entrambi allo stesso tempo!

E dal momento che stiamo posticipando il workshop, questo sembra un buon momento per trovare un nome migliore: uno che descriva ciò che il workshop sta effettivamente cercando di realizzare. Il vecchio nome implicava che ci stavamo concentrando sulla fede nel contesto dell’astronomia, ma in realtà ciò che fa il seminario è  immergere insegnanti e pastori nel mondo dell’astronomia … l’astronomia nel contesto della fede, si potrebbe dire.

Dopo qualche discussione, siamo arrivati ​​a “Astronomia per educatori cattolici” che ha il vantaggio aggiuntivo di un bel acronimo, ACE. Ma poi Justin ha sottolineato che non sono solo gli educatori, ma anche i parroci e gli altri ministri della fede ad essere invitati. Quindi il nostro secondo tentativo è stato “Astronomia per cattolici nel ministero e nell’istruzione” con l’acronimo ACME.

A questo punto, Bob Trembly scoppiò a ridere … “Tutto quello a cui riesco a pensare sono il coyote e il roadrunner!” 

A quel punto ho detto a Bob che vedo coyote nel nostro quartiere tutto il tempo durante le mie passeggiate mattutine; e Justin è intervenuto notando che vede i corridori della corsa durante le sue corse quotidiane. Questa è, dopotutto, l’ambientazione di quei famosi cartoni animati.

Allora, quale nome preferisci? ACE o ACME? Facci sapere!

Summer School 2021 rinviata

All’inizio di quest’anno, abbiamo riferito che la biennale Summer School dell’Osservatorio Vaticano, prevista per quest’estate, doveva essere rinviata all’estate del 2021. 

Fortunatamente, l’Italia è in una forma molto migliore ora per quanto riguarda la diffusione del coronavirus, e quindi siamo fiduciosi che avere questa scuola nel 2021 dovrebbe essere possibile. Ovviamente continuiamo a “monitorare la situazione”. (Abbiamo ricevuto un po ‘di critiche a febbraio quando abbiamo deciso presto di posticipare la scuola, ma purtroppo la nostra cautela si è dimostrata fondata.)

Tutti gli studenti ammessi alla scuola 2020 sono stati invece invitati a unirsi a noi nel 2021, dove trascorreremo quattro settimane a Castel Gandolfo approfondendo il tema dei “Centri delle galassie: la teoria incontra le osservazioni”. (Il team internazionale di istruttori è guidato dal Prof. Witold Maciejewski della Liverpool John Moores University nel Regno Unito, quindi può scegliere l’ortografia del Regno Unito!)

Questa scuola è la prima ad essere sostenuta interamente dalla Fondazione Osservatorio Vaticano!


Le tue donazioni sono  essenziali  per realizzarlo. Ci costa circa 3.000 dollari per studente portarli a Roma, ospitarli e nutrirli e fornire il supporto accademico per gestire la scuola estiva. Siamo felici di dire che avevamo già raggiunto quasi la metà delle nostre esigenze di budget prima che la scuola è stato sospeso, ma ora abbiamo bisogno di chiedere ancora per il vostro sostegno in modo che possiamo essere pronti a fare le prenotazioni alberghiere e aereo nei primi mesi del 2021. 


Come donare? Vai alla  pagina “Donazione una tantum” del VOF  e indica “VOSS 2021” nella casella “commenti”.

Credito immagine: NRAO, Cal Tech, Walter Jaffe / Leiden Observatory, Holland Ford / JHU / STScI e NASA

L’ex partecipante alla Summer School dell’Osservatorio Vaticano ha ricevuto la medaglia Carl Sagan per l’eccezionale sensibilizzazione del pubblico

Un alunno delle Summer School dell’Osservatorio Vaticano 1993, il dottor Ray Jayawardhana, è stato recentemente  insignito  della medaglia Carl Sagan per l’eccezionale sensibilizzazione del pubblico dalla American Astronomical Society, Division for Planetary Science (DPS)!

La sua citazione recita:

Il DPS assegna la medaglia Carl Sagan 2020 al dottor Ray Jayawardhana (Cornell University) per i contributi eccezionali alla diffusione della ricerca scientifica planetaria al grande pubblico. Ray (aka RayJay) ha pubblicato quattro libri popolari con grande successo, uno dei quali è stato la base per un documentario della CBC TV della durata di un’ora. Il suo libro più recente,  Child of the Universe, è rivolto ai bambini e si basa sull’eredità di Carl Sagan rivelando i nostri legami profondi e duraturi con il cosmo. In trent’anni Ray ha scritto spesso per molte pubblicazioni prestigiose e molto lette come il New York Times, il Wall Street Journal, The Economist e Science. Pur raggiungendo il pubblico in generale, Ray è rimasto uno scienziato altamente pubblicato e citato ed è stato più volte premiato per i suoi risultati di ricerca.

Ray, originario dello Sri Lanka, ha insegnato alla York University in Canada per molti anni prima di assumere recentemente la posizione di Dean of Arts and Sciences alla Cornell.

Crediti fotografici: Cornell University File Foto
I compagni di studio di Ray alla Summer School dell’Osservatorio Vaticano 1993 includevano il direttore emerito dell’Osservatorio Vaticano p. José Funes SJ, il nostro attuale direttore fr. Guy, e anche il dottor Heino Falcke, che ha fatto notizia l’anno scorso come uno dei principali scienziati sulla famosa immagine di Black Hole a microonde. Questo articolo di Sacred Space Astronomy  parla del lavoro del Dr. Falcke … e menziona un altro nome familiare!

Programma Ambasciatore VOF

Anche se il virus Covid-19 ha eliminato per il momento ogni occasione di incontro pubblico, verrà il giorno ( speriamo presto! ) In cui ancora una volta i rappresentanti dell’Osservatorio Vaticano potranno rispondere agli inviti a venire a parlare davanti alle scuole e alla parrocchia pubblico. In preparazione per quel tempo, i membri del consiglio di VOF Pamela Snyder e Jim Renn sono andati avanti nello sviluppo delle nuove posizioni della Fondazione dell’Osservatorio Vaticano: Ambasciatori.

Modellati sul programma volontario di successo della  NASA / JPL Solar System Ambassador , questi ambasciatori saranno sostenitori entusiasti del nostro lavoro che saranno addestrati a “proclamare i cieli” alle scuole e alle parrocchie della loro comunità. I potenziali ambasciatori passano attraverso un rigoroso processo di screening; devono completare la formazione sulla sicurezza richiesta per chiunque lavori con minori e il loro lavoro deve essere approvato dalla diocesi locale. Il programma Ambassador fornisce risorse speciali tra cui l’accesso agli astronomi vaticani e presentazioni campione che possono essere utilizzate per sviluppare un contatto ben informato con le loro comunità locali.

Finora ci sono sette ambasciatori approvati, contando Pamela e Jim. Due di loro, p. Juan Pablo Marrufo del Toro SJ e il diacono Joe Stickney sono anche consulenti ambasciatori. Gli altri tre sono p. Tim Martinez, il signor Joel Hopko e il signor Liam Finn. Le diocesi rappresentate finora sono Phoenix, Tucson e Santa Fe. 

Al momento il programma è ancora un esperimento; una volta che avremo esperienza nel vedere cosa è necessario sviluppare, lanceremo un appello per più ambasciatori. Se sei interessato,  resta sintonizzato! 

Astronomy at the Beach – 25 e 26 settembre –  Online!

Il più grande evento di astronomia GRATUITO del Michigan  quest’anno passerà a un formato online … e quest’anno presenterà diversi oratori ben noti ai seguaci della Fondazione dell’Osservatorio Vaticano!

Il pubblico è invitato a vedere i discorsi dal vivo di veri astronomi, fantastiche dimostrazioni scientifiche e viste dal vivo del telescopio. Questa è un’esperienza STEM divertente ed educativa per tutte le età!

Veri astronomi:

●     David Levy “Poetry of the Night: How the Night Sky Enriches Literature Through the Ages”  – Co-scopritore della cometa Shoemaker – Levy 9, che si è scontrata con il pianeta Giove, e collaboratore regolare del sito Sacred Space Astronomy della Fondazione!

●     Brother Guy Consolmagno SJ e Dan Davis , coautori del libro  “Turn Left at Orion”. 

●     Dolores Hill  – ” OSIRIS-REx Asteroid Mission is a GO for TAG: Final Update Before Sample Collection”  – “Meteorite Specialist presso l’Università dell’Arizona e relatore al seminario 2020 Vatican Observatory Foundation!

Raffinate dimostrazioni scientifiche:

·  “Modello in scala del sistema solare”  – Mike Bruno del Ford Amateur Astronomy Club

·  “Fotografia del lancio di un razzo”  – John McGill del Ford Amateur Astronomy Club

·  “Live Sky: Astronomy Trivia”  – Jeff Stark del Flint Longway Planetarium

·  “Insegnare l’astronomia ai bambini”  – un gruppo di insegnanti che insegnano l’astronomia

·  “Star-Hopping con il programma Stellarium gratuito”  – Adrian Bradley di Ann Arbor Lowbrows Club

·  “Tour del Sistema Solare con il programma SpaceEngine”  – Bob Trembley della Warren Astronomical Society & Vatican Observatory Foundation!

·  “Costruzione e lancio di razzi nel programma spaziale Kerbal”  – Bob Trembley

·  “Amazing Astronomy and Fantastic Physics”  – Michigan Science Center

·  E molto altro ancora!

Viste dal vivo del telescopio:

· Vedere le prominenze sulla superficie del Sole

· Ingrandimento di crateri lunari e montagne

· Giove con i suoi numerosi strati di nubi, gli incredibili anelli di Saturno e la calotta polare bianca di Marte

· Ammassi stellari, nebulose e galassie lontane

I membri di GLAAC hanno  numerosi  suggerimenti per video preregistrati e risorse online che pensano che dovresti conoscere. Molti di questi costituiranno ottime risorse STEM per insegnanti e studenti.

Visita il sito web di Astronomy at the Beach 2020

La  Great Lakes Association of Astronomy Clubs  è composta da 8 club di astronomia del Michigan sud-orientale che sono volontari appassionati – GLAAC ha ospitato l’evento Astronomy at the Beach per 24 anni! Attendiamo con impazienza il momento in cui possiamo ospitare di nuovo questo evento di persona e portare gli occhi al cielo!

Visita il sito della NASA Observe the Moon Night
26 settembre
International Observe the Moon Night  è un momento per riunirsi con altri appassionati di Luna e persone curiose in tutto il mondo. Tutti sulla Terra sono invitati a conoscere la scienza e l’esplorazione lunare, prendere parte alle osservazioni celesti e onorare le connessioni culturali e personali con la Luna. Tieni presente che ti incoraggiamo a  interpretare “osservare” in senso lato .

Post popolari sull’astronomia dello spazio sacro

Parlare con il tuo cane … o con ET
Chris Graney


Extraterrestrials! Sono un’idea della scienza il cui impatto sulla cultura popolare è stato enorme. Pensa a quei grandi franchise cinematografici che coinvolgono esseri di altri mondi:  Marvel, Star Wars, Star Trek e altri.

Gli extraterrestri non sono sempre stati popolari. Aristotele, il grande filosofo greco di prima di Cristo, pensava che la Terra fosse l’unico mondo che esiste. Nessun altro mondo. Niente extraterrestri …  [Leggi di più]
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Articolo in primo piano sull’archivio di fede e scienza

Vaticano II – Joseph Ratzinger su Il mondo cristiano e tecnologico
Un estratto dai momenti salienti teologici del Vaticano II del 1966  , di p. Joseph Ratzinger (poi Papa Benedetto XVI):

“ L’oggettività della scienza  è molto più in linea con l’idea di creazione che una falsa divinizzazione del mondo che scienza e fede rifiutano ugualmente…. La visione scientifica del mondo, che presuppone sia la non-divinità del mondo che la sua struttura logica e comprensibile, è profondamente in accordo con la visione del mondo come creato (e quindi non divino): il mondo come prodotto dal Logos, Parola di Dio ripiena di Spirito. Così, come il Logos, il mondo è strutturato razionalmente e spiritualmente. Si potrebbe anche dire che solo un atteggiamento così basilare rende possibile la scienza naturale nella sua piena portata “.

Leggi l’articolo completo sul sito di fede e scienza del VOF

Ultime pubblicazioni

R. Boyle e R. Janusz:  V. Straižys et al., “Open Cluster IC 1369 and Its Vicinity: Multicolor Photometry and Gaia DR2 Astrometry”. The Astronomical Journal, 159, 95  https://doi.org/10.3847/1538-3881/ab67b5

CJ Corbally:  SJ Murphy et al., “The Discovery of lambda Bootis Stars – The Southern Survey II.” Avvisi mensili della Royal Astronomical Society  https://doi.org/10.1093/mnras/staa2347 Margaret Boone Rappaport, et al., “Neuroplasticity as a Foundation for Human Enhancements in Space”. Acta Astronautica 175,  438  https://doi.org/10.1016/j.actaastro.2020.06.011

P. Gabor:  A. Gibbs et al, “EDEN: analisi della sensibilità e limiti di rilevamento del pianeta in transito per le nane rosse tardive nelle vicinanze”. The Astronomical Journal, 159  https://doi.org/10.3847/1538-3881/ab7926

G. Gionti:  “L’inizio dell’Universo e la questione di Dio”. La Civiltà Cattolica,  3 marzo. https://www.laciviltacattolica.com/the-beginning-of-the-universe-and-the-question-of-god/

RJ Macke:  PP Povinec et al., “Radionuclidi nei meteoriti di Chassigny e Nakhla di origine marziana: implicazioni per le loro dimensioni pre-atmosferiche e le età di esposizione ai raggi cosmici”  Planetary and Space Science, 186; https://doi.org/10.1016/j.pss.2020.104914 ; GJ Flynn et. al., “Crateri da ipervelocità e interruzione del meteorite di condrite carbonacea 4502 dell’Africa nordoccidentale: implicazioni per la produzione di crateri, interruzione catastrofica, trasferimento di quantità di moto e produzione di polvere sugli asteroidi”  Planetary and Space Science, 187,  https://doi.org/10.1016/ j.pss.2020.104916 ; AM Ruzicka  et al., “Riscaldamento per compattazione shock e processi collisionali nella produzione di condriti ordinarie di tipo 3: lezioni dalla (quasi) unica breccia fusa di condrite L3 Northwest Africa 8709.” Meteoritics & Planetary Science, in corso di stampa.

RJ Macke e GJ Consolmagno. : CP Opeil. et al., “Le sorprendenti proprietà termiche delle condriti carboniose CM”. Meteoritics and Planetary Science, in corso di stampa.

A. Omizzolo:  R. Rampasso et al, “Morfologia e fotometria di superficie di un campione di galassie di primo tipo isolate da immagini profonde”  Astronomy and Astrophysics,  in corso di stampa .

Studiosi a contratto:

Francl, M .:  “The invisible college”,  Nature Chemistry, 12, 582-583 ; “A chemist’s cup of tea”,  Nature Chemistry, 12, 319-320.

JG Funes:  M. Lares, et al. “Stima Monte Carlo della probabilità di contatti causali tra civiltà comunicanti.”  Giornale internazionale di astrobiologia. https://doi.org/ 10.1017 / S147355042000018X

M. Heller:  in L. Pysiak et al., “Spazi differenziali funzionali e struttura infinitesimale dello spazio-tempo”,  Reports on Mathematical Physics, 85 (3)  443-454.

D. Minniti:  MG Navarro et al., “VVV Survey Microlensing: Candidate Events with Sources in the Far-Disk”,  The Astrophysical Journal, in corso di stampa; H. Ernandes, et al., “Abbondanza di rame e cobalto in 56 giganti rosse del rigonfiamento galattico”,  Astronomy & Astrophysics, in corso di stampa (arXiv: 2007.00397E)  ⬤ JFC Santos et al., “The VISCACHA survey – II. Struttura degli ammassi stellari nella periferia delle Nubi di Magellano “,  Avvisi mensili della Royal Astronomical Society, in corso di stampa (arXiv: 2008.04399S)  ⬤ JH Minniti et al.,” Utilizzo delle Cefeidi classiche per studiare il lato più lontano del disco della Via Lattea. I. Classificazione spettroscopica e gradiente di metallicità “,  Astronomy & Astrophysics, in corso di stampa (arXiv: 2007.03122)  ⬤M. Lombart et al., “VLT / SPHERE survey for exoplanets around young, early-type stars including systems with multi-belt architectures”,  Astronomy & Astrophysics, in press (arXiv: 2005.08850)  ⬤ VD Ivanov et al., “Qualitative classificazione delle civiltà extraterrestri “,  Astronomy & Astrophysics, in corso di stampa (arXiv: 2005.13221)

G. Tanzella-Nitti:  “Unità del sapere e transdisciplinarità. Per una lettura della ‘Veritatis gaudium’ ”,  L’Osservatore Romano 11 marzo.

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Parlare con il tuo cane … o con ET

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avatar Christopher M. Graney

Questo post proviene da una colonna “Science in the Bluegrass” che ho scritto per The Record , il giornale dell’arcidiocesi di Louisville, Kentucky. Quella colonna a sua volta proveniva da una serie di post che ho scritto per Sacred Space Astronomy all’inizio del 2018, quindi se stai leggendo questo blog per un po ‘, riconoscerai l’idea generale qui.


Extraterrestri! Sono un’idea della scienza il cui impatto sulla cultura popolare è stato enorme. Pensa a quei grandi franchise cinematografici che coinvolgono esseri di altri mondi: Marvel , Star Wars , Star Trek e altri.

Gli extraterrestri non sono sempre stati popolari. Aristotele, il grande filosofo greco di prima di Cristo, pensava che la Terra fosse l’unico mondo che esiste. Nessun altro mondo. Niente extraterrestri.

Aristotele ha influenzato molti pensatori greco-romani, ebrei, cristiani e islamici. Tuttavia, nel 1277, il vescovo di Parigi condannò ufficialmente l’idea di Aristotele che la Terra potesse essere l’unico mondo. Un Dio onnipotente, ha detto il vescovo, potrebbe creare un numero qualsiasi di mondi. Diversi pensatori medievali, la maggior parte dei quali ecclesiastici cattolici, sono diventati creativi immaginando gli altri mondi di Dio ei loro abitanti extraterrestri. Un cardinale, Nicola di Cusa, ha scritto su come sarebbe più difficile conversare con gli extraterrestri che con i cani. Dopotutto, abbiamo cose in comune con i cani, come bocche e voci. Potremmo non avere nulla in comune con gli extraterrestri.

Una ricerca di immagini su Google su "cane intelligente" produce queste immagini.  Quindi qualcuno di questi cani è abbastanza intelligente da parlare con te?

Una ricerca di immagini su Google su “cane intelligente” produce queste immagini. Quindi qualcuno di questi cani è abbastanza intelligente da parlare con te?

L’idea degli extraterrestri prese davvero fuoco dopo il 1543, quando Copernico propose che la Terra girasse intorno al sole, e anche Marte, Giove, ecc. Aristotele aveva detto che il sole girava intorno alla Terra, mentre Marte e Giove erano luci vaganti nel cielo che avevano meno in comune con la Terra di quanto una fiamma avesse con una roccia. Sotto l’idea rivoluzionaria di Copernico, quei pianeti avevano qualcosa in comune con la Terra: girare intorno al sole.

L’invenzione del telescopio e gli sviluppi della fisica hanno presto dimostrato che i pianeti hanno lune, ruotano e hanno gravità, come la Terra. Gli astronomi hanno concluso che i pianeti erano altre “Terre”. E che devono avere una vita intelligente. Perché la Terra dovrebbe essere unica tra i mondi? Gli scienziati a quel tempo pensavano che la vita sorgesse spontaneamente dalla materia (un’altra idea di Aristotele), quindi perché la vita non dovrebbe essere ovunque?

Gli scienziati hanno pensato che le stelle fossero altri soli, con anche pianeti abitati che li circondavano. Un eminente scrittore scientifico dell’inizio del diciannovesimo secolo, Thomas Dick, stimava 22 trilioni di esseri intelligenti nel solo nostro sistema solare; 62 settilioni nell’universo in generale. Alla fine di quel secolo, alcuni astronomi affermarono di aver rilevato prove di una civiltà avanzata su Marte. Il New York Times e il Wall Street Journal hanno pubblicato questa grande notizia. Edgar Rice Burroughs e HG Wells hanno scritto romanzi sui marziani. Gli extraterrestri sono diventati grandi nella cultura popolare.

Ma da allora, gli scienziati hanno imparato che la vita non si genera spontaneamente dalla materia non vivente. I nostri telescopi sono migliorati. Le nostre sonde robotiche hanno attraversato il sistema solare. I nostri radiotelescopi hanno analizzato per sei decenni le voci radio interstellari. Negli ultimi trent’anni la nostra capacità di rilevare civiltà avanzate, anche in altre galassie, è cresciuta notevolmente. Ma non abbiamo rilevato nulla.

Nel frattempo, abbiamo appreso che le stelle ei sistemi planetari sono estremamente diversi; pochi sistemi solari sembrano i nostri. Abbiamo imparato che non esiste vita intelligente, e forse nessuna vita, su Marte o su qualsiasi altro pianeta del sistema solare. Non abbiamo idea di come nasce la vita. Sappiamo solo che la Terra ce l’ha.

La Terra è unica nel nostro sistema solare. Aumenta la probabilità che la Terra sia nel complesso piuttosto insolita. Gli universi pieni di extraterrestri di Marvel , Star Wars e Star Trek avrebbero potuto sembrare plausibili negli anni ’60 e ’70, quando furono creati; ora non lo fanno. Proprio come ai tempi di Copernico, siamo nel mezzo di una grande rivoluzione nella nostra comprensione dell’universo.

UFO: sperando nella prova

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5 agosto 2020

Tinta blu navy UFO

Di Seth Shostak


 Lee este artículo en español: OVNIs: esperando la prueba


Finalmente è una vendetta? Il New York Times ha recentemente riferito che un presunto progetto del Pentagono cancellato per indagare su strani fenomeni aerei sta ancora mostrando un impulso. Lo sforzo clandestino, originariamente noto come Advanced Aerospace Threat Identification Program, sarebbe terminato nel 2012. Ma, a quanto pare, sta ancora facendo la sua cosa sotto gli auspici dell’Office of Naval Intelligence.

Quindi, dove c’è il fumo, c’è il fuoco, giusto? Se i federali stanno ancora sborsando dollari delle tasse per indagare su strani avvenimenti nel cielo, deve essere perché hanno prove convincenti per i visitatori extraterrestri. Almeno questa è la speranza dei 100 milioni di americani che sembrano disposti a giurare sul Buon Libro che gli UFO sono, almeno in alcuni casi, velivoli alieni.

Ma aspetta un minuto. Prima di ordinare quel corso on-line in klingonese, considera cosa potrebbe realmente accadere qui. Quando il Times ha riferito per la prima volta su questo argomento nel 2017, si parlava di alcuni video sconcertanti realizzati dai piloti di caccia della Marina sul Pacifico. Hanno mostrato oggetti non identificati davanti ai getti, oggetti che sembravano manovrare in modi bizzarri. Quindi forse il controverso programma è semplicemente uno sforzo aggiuntivo per definire finalmente quali sono questi oggetti. Dopo tutto, i militari hanno sempre voluto sapere di tutto ciò che può volare, e per ovvie ragioni.

Questa è la spiegazione più semplice del motivo per cui la Marina ha continuato il programma del Pentagono. È anche quello che hanno detto.

Ma non è possibile che ciò che sta realmente accadendo qui non sia un’indagine su aerei o droni sconosciuti, ma una distrazione per tenerci lontani da una verità più inquietante: che gli UFO non sono macchine volanti nemiche, ma macchine volanti aliene? Forse il governo non vuole ammetterlo, perché pensano che impazziremo tutti.

Intendiamoci, non è affatto chiaro perché gli extraterrestri si sarebbero trascinati per migliaia di miliardi di miglia attraverso i pericolosi vuoti dello spazio semplicemente per piroettare sopra le nostre teste e occasionalmente giocare al gatto e al topo con la Marina. Ma – rivelazione completa – non sappiamo davvero cosa gli alieni trovino interessante da fare. Forse hanno le loro ragioni.

Questa storia ha un ulteriore stimolo. Si parla di “materiali recuperati” che “non sono prodotti su questa Terra”. Questa affermazione sembra sia sorprendente che sospetta. I piloti non hanno riferito di aver raccolto pezzi di veicoli spaziali o strane leghe metalliche (almeno non pubblicamente), quindi non è chiaro dove siano stati trovati questi “materiali”. Inoltre, a meno che un artefatto non sia chiaramente molto complesso, come un telefono cellulare rettiliano, come puoi sapere che non proviene da questo pianeta? Questo è un caso in cui vedere potrebbe significare credere, ma nessuno ci ha fatto vedere nulla. Il che è conveniente, anche se non del tutto convincente.

C’è un aspetto intrigante di questa storia che penso aiuti a indicare la verità. Non solo gli extraterrestri (se è quello che sono) passano il tempo a prendere in giro i nostri Top Guns, ma sembrano anche stare al di sopra delle nostre basi militari. Questo è un aspetto della loro presenza non invitata che, secondo l’ articolo del Times , ha particolarmente turbato il senatore Marco Rubio.

Bene, se sei un fan della fantascienza, conosci bene l’idea che gli alieni ostili debbano prestare attenzione al nostro armamento. Dopotutto, potrebbe essere usato per scacciarli. E forse è ciò che li ha attirati sulla Terra in primo luogo. Sono venuti come salvatori dall’alto, desiderosi di separarci dalle nostre stesse armi di distruzione di massa. Questa, almeno, sarebbe una spiegazione ragionevole del loro apparente interesse per le nostre capacità di combattimento.

Ma a dire il vero, è totalmente irragionevole . Se gli alieni possono effettivamente venire qui – qualunque sia la loro motivazione – allora hanno una tecnologia che è enormemente oltre la nostra. Confrontare le loro armi con le nostre sarebbe come paragonare l’aviazione americana a un gruppo di raid dell’Australopiteco . In altre parole, pensi onestamente che il Capitano Picard passerebbe mai del tempo a controllare pile di fionde o picche su qualche pianeta primitivo perché, dopotutto, quelle sono armi all’avanguardia per i residenti locali?

Se qualunque cosa su cui la Marina sta indagando è reale, si suppone che l’interesse per i nostri militari suggerisce aerei russi, droni cinesi o qualcos’altro di terrestre. In realtà è un argomento contro i visitatori di un altro sistema stellare.

Gli esseri umani sono sempre stati tentati di attribuire strani fenomeni al funzionamento di esseri sovrumani, proprio come i greci sostenevano che i fulmini fossero lanci di giavellotto da parte di Zeus. Ma la scienza richiede che ogni ipotesi sia supportata da osservazioni dettagliate, ripetibili e imparziali. Quelli qui mancano.

L’Office of Naval Intelligence farà presumibilmente rapporti regolari su almeno alcune delle loro scoperte. Quel tipo di rivelazione suona come se sarebbe una buona notizia per coloro che, come Fox Mulder, “vogliono credere”. Ma in effetti, potrebbe effettivamente funzionare nell’altro modo. La divulgazione potrebbe privare i credenti della loro migliore prova – vale a dire, una carenza di prove valide.

Dio, il Nobel e gli alieni

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Il premio Nobel per la fisica è andato agli svizzeri Michel Mayor e Didier Queloz per i loro lavori sugli esopianeti. Quali le implicazioni a livello teologico?

26 dicembre 2019 in  scienza , cristianesimo , teologia

(Anne-Sylvie Sprenger) La domanda è semplice: l’esistenza di esopianeti, cioè pianeti al di fuori del nostro sistema solare, implica necessariamente l’esistenza di forme di vita extraterrestre? La risposta non è altrettanto semplice. Di certo i lavori degli svizzeri Michel Mayor e Didier Queloz, insigniti del premio Nobel per la fisica, hanno scombussolato le ricerche in questo campo.
Facciamo il punto della situazione con Jacques Arnould, incaricato di etica al Centro nazionale di studi spaziali e autore di numerosi lavori all’incrocio tra scienze e teologia, tra i quali Turbulences dans l’univers: Dieu, les extraterrestres et nous (“Turbolenze nell’universo: Dio, gli extraterrestri e noi”, ed. Albin Michel).

Come valuta il riconoscimento conferito oggi ai fisici Michel Mayor e Didier Queloz?
Prima di tutto, mi lasci dire: era ora! Non bisogna dimenticare che la scoperta da parte di Michel Mayor e Didier Queloz del primo pianeta fuori del nostro sistema solare risale al 6 ottobre 1995! Un’attesa di ventiquattro anni prima di essere ricompensati per uno dei maggiori successi dell’astronomia della fine del 20.esimo secolo: decisamente, la pazienza è una delle qualità principali dell’astronomo!

Perché i loro lavori sono significativi in ambito scientifico?
Una delle principali questioni con cui gli scienziati devono confrontarsi quotidianamente consiste nel determinare se la realtà da essi osservata, il processo che studiano è unico, raro o comune. In astronomia l’esistenza di pianeti che orbitano intorno a stelle diverse dal nostro Sole era rimasta problematica fino all’ottobre del 1995: il nostro sistema solare è unico oppure no? Fornendo una risposta a questa domanda i due premi Nobel hanno aperto un nuovo capitolo dell’astronomia che, a partire da quella data, si è rivelato ricco di scoperte, di sorprese, persino di stravolgimenti di idee fino ad allora comunemente ammesse.

Come s’è sviluppata la ricerca scientifica in merito alla questione dell’esistenza o no di forme di vita extraterreste?
Il lancio dello Sputnik nel 1957 e l’inizio dell’era spaziale hanno ovviamente influenzato i lavori degli scienziati per quanto riguarda la ricerca di forme di vita extraterrestre. Alle congetture filosofiche e teologiche – le cui prime tracce risalgono al secondo millennio prima della nostra era – e alle osservazioni condotte con l’ausilio di telescopi terrestri, si sono infatti aggiunte le missioni di esplorazione della Luna, di Marte e del sistema solare. Sono nate così le discipline dell’esobiologia e dell’astrobiologia che articolano discipline che fino ad allora non avevano cercato o non avevano avuto l’occasione di collaborare: astrofisica e astronomia, fisica delle atmosfere e chimica delle forme di vita primitiva, studio delle origini della vita e delle sue evoluzioni eccetera. Anche le scienze umane sono invitate a unirsi a questa singolare “cospirazione”!

E oggi a che punto sono i progressi di questi lavori di ricerca?
Il settore sta facendo passi da gigante: alla scoperta di esoplaneti inaugurata da Mayor e Queloz [a tutt’oggi ne sono stati censiti oltre 4.000, ndr.] si aggiungono i lavori condotti sui pianeti più prossimi; si pensi alle prodezze dei robot sulla superficie del pianeta Marte o all’atterraggio della sonda spaziale Philea sulla superficie della cometa Tchouri: tante opportunità di andare a caccia di possibili “particelle elementari della vita”!
Sulla Terra i ricercatori vanno a caccia delle minime tracce di vita nelle condizioni più estreme: laghi ghiacciati, fondali marini, aree vulcaniche; hanno persino “creato” una nuova categoria di organismi viventi: gli estremofili, in altre parole organismi che “vanno matti” per condizioni considerate solitamente proibitive. Tante opportunità, come si può ben comprendere, per interrogarci anche sulle condizioni di emergenza e di evoluzione degli organismi viventi, sulle caratteristiche che un ambiente, un pianeta deve possedere per poter essere considerato abitabile. Tuttavia, malgrado tutti i nostri sforzi, non abbiamo ancora trovato forme di vita in un altro posto che non sia la Terra…

Lei ha scritto “Turbulences dans l’univers, Dieu les extraterrestres et nous” (“Turbolenze nell’universo: Dio, gli extraterrestri e noi”). La Bibbia, però, non sembra affrontare mai la questione…
L’ipotesi di una vita extraterrestre non è l’unica questione che non viene affrontata dalla Bibbia! Non vi si legge nemmeno della scoperta del Nuovo Mondo, degli antibiotici o della televisione… Cercare di trovare nel testo sacro risposte a tutte le domande, a tutti i problemi, teorici o pratici, che possiamo, noi esseri umani, porci sarebbe cedere a uno dei difetti di lettura più gravi che ci siano: il concordismo. Con questo intendo riferirmi alla tendenza, alla volontà di porre la Bibbia al nostro livello, al nostro servizio, per rassicurarci o assicurare il nostro potere.

La scienza non contraddice i testi biblici?
Lo sviluppo delle scienze, soprattutto a partire dal 17.esimo secolo, ha in qualche modo scombinato le convinzioni religiose, in particolar modo quelle cristiane. La nostra visione del mondo, della vita, dell’essere umano è stata profondamente modificata dal lavoro di scienziati come Galileo GalileiJohannes KeplerCharles DarwinAlbert Einstein e tanti altri, fino a Mayor e Queloz! Ma perché aver paura?
Sebbene la Bibbia non affronti direttamente la questione della vita extraterrestre, non manca in compenso di risorse per invitarci a riconsiderare il nostro modo di posizionarci al centro dell’universo. Iniziamo leggendo di nuovo tutti i racconti della creazione, non soltanto quelli del libro della Genesi, ma anche quelli presenti nel libro dei Salmi, nel libro di Giobbe: confessare l’opera creatrice di Dio non significa attenervisi, chiudersi nel calendario quasi liturgico del primo capitolo della Genesi o dover difendere un rigido antropocentrismo.
Ampliamo i nostri orizzonti, scopriamo la dimensione cosmica di certi Salmi o di certi inni cristologici. Certo, non è una questione di “omini verdi”, ma piuttosto di guardare al di là del nostro orizzonte, di aprirci a questa novità che Dio non ha mai smesso di promettere ai suoi eletti.

Più precisamente, quali sono le implicazioni a livello teologico dei risultati dei lavori di Mayor e Queloz?
Finora non abbiamo trovato organismi viventi al di fuori del nostro pianeta. Certo, le probabilità di trovarne sono aumentate, in particolare con la scoperta degli esopianeti; ma ciò non significa che faremo senza dubbio “tombola”! Dobbiamo renderci conto che la risposta all’interrogativo sulla vita extraterrestre è inevitabilmente sbilanciata: soltanto l’affermazione della sua esistenza è possibile; quella della sua inesistenza è impossibile perché non riusciremo mai a ispezionare ogni angolo del nostro universo.

E dal punto di vista del teologo?
Il teologo cristiano può interrogarsi sulle conseguenze dell’esistenza di forme di vita e anche di intelligenza in un altro posto che non sia la Terra: può condurre quella che gli scienziati chiamano un’esperienza di pensiero. In altre parole, come pensare, come dire e spiegare la fede cristiana, nel caso in cui Dio avesse creato altri esseri viventi, altri esseri intelligenti. Non dobbiamo aver paura di una tale possibilità: nel 13.esimo secolo il vescovo di Parigi spiegò giustamente che non possiamo porre limiti alla capacità e alla volontà divina di creare.

Certo, le difficoltà non mancano: dal 17.esimo secolo in poi quella della possibilità di una Incarnazione e di una Redenzione in un altro posto che non sia la Terra ha diviso la comunità dei teologi; ancora oggi questa prospettiva può apparire vertiginosa. Consideriamola almeno come un invito a (ri)scoprire la dimensione cosmica della nostra cristologia.

Si può essere cristiani e credere negli extraterrestri?
Mi piace questa domanda, perché ci invita a non mescolare le nostre mode, i nostri modi o le nostre ragioni per credere. Gli extraterrestri appartengono a quei soggetti di fede che sembrano imporsi a noi: a furia di guardare nei nostri telescopi non possiamo sfuggire alla questione della loro esistenza e siamo costretti a decidere se crederci o no, in attesa di scoprirne tracce o di ricevere una loro visita. Ma possiamo anche decidere di non occuparcene! Essere cristiani, credere in Dio è qualcosa di diverso: è una questione vitale. L’incontro di Gesù e di Marta al momento della morte di Lazzaro non è un incontro del terzo tipo, cioè fra una terrestre e un extraterrestre. La domanda che Gesù pone a Marta è essenziale: “Credi nella risurrezione? Credi in me?”. E Marta vi impegna tutto il suo cuore, tutta la sua mente. Un tale incontro, una tale fede non sono extraterrestri: sono straordinari! (da ProtestInfo; trad. it. G. M. Schmitt)